GENIGMA avrá come scopo indagare in modo collaborativo le alterazioni genomiche nelle cellule tumorali. L’obiettivo è quello di costruire una mappa di riferimento che permetta di capire quali parti del genoma potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nell’instaurazione e nello sviluppo del cancro.
Il nostro progetto è stato concepito come un processo partecipativo che coinvolge i cittadini sin dal primo momento, per incorporare le conoscenze di persone fuori dall’ambito della ricerca e aggiungere valore al progetto.
Questi sono i concetti principali emersi dagli eventi di cocreation ai quali hanno partecipato persone con profili e competenze molto diverse (da qui il loro grande valore!).
Dal primo evento con scienziati, insegnanti e artisti abbiamo estratto tre punti chiave
- la necessità di definire quella che sará la “sfida”, da proporre ai giocatori
- l’importanza di introdurre la componente di collaborazione tra utenti, durante il gioco
- l’utilità di usare metafore per mostrare il razionale scientifico che sta alla base del gioco, e per far capire al giocatore che i dati prodotti verranno utilizzati per la ricerca.
Dalla secondo evento con pazienti, ambiente ospedaliero e narratori, abbiamo estratto altri due punti
- il gioco deve avvenire in un mondo immaginario ma che permetta al giocatore di connettersi con la realtà e, allo stesso tempo, deve fornire mistero, avventura, sorpresa e conoscenza.
- Il gioco trasmette emozioni: dobbiamo essere in grado di far provare ai giocatori curiosità e interesse ma anche soddisfazione, utilità, orgoglio e senso di appartenenza a una comunità.
Dal terzo evento con giocatori professionisti e game designers, abbiamo estratto altri tre punti:
- Il dialogo tra la scienza e il gioco deve esistere, ma deve essere esterno alla partita. La meccanica di gioco deve centrarsi sui concetti di ordine e disordine dei componenti.
- Le emozioni che un gamer professionista desidera sperimentare non sono così diverse da quelle di persone che non si considerano gamers. Gli eventi hanno dimostrato che quelle in comune sono: soddisfazione, curiosità, divertimento, superamento di una sfida e appartenenza ad una comunità.
- Il problema scientifico è complesso ma può essere trasferito sul campo di gioco utilizzando sistemi di ordinamento di pezzi e relazione fra loro.
Risulta molto evidente che, grazie a questi eventi, il nostro team ha raccolto idee e proposte di cittadini con visioni e conoscenze molto diverse e anche lontane dall’ambito della ricerca, che hanno contribuito a incorporare nuovi elementi nuovi,che non erano stati pensati inizialmente e che rendono quindi questa ricerca ancora più ricca. Ecco perché vogliamo ringraziare formalmente in questo artícolo tutti coloro che hanno partecipato a questa prima fase del progetto, per il loro tempo e il loro prezioso contributo!
Grazie a:
Ruggero Cortini, Roser Vilarrasa, Irene Farabella, Sandra Peiró, Jose Luis Villanueva, Sergi Betriu, Gemma Montalban, Núria Fusté, Quique Vergara, Coral Regí, Emma Bauer, Digna Couso, Nuria Jar, Lisa Johnsen, Anna Borrell, Maruxa Martínez, Carlos Sierra, Toni Hermoso, Oriol Valls, Marcel Cano, David Casadevall, Mike Goodstadt, Oriol Quadrada, Xavier Ramiro, Teresa Vidal, Lourdes Nicolich, Alexandros Nikolaou, Xavier Marti Renom, Marta Solis, Karel de Pourcq, Marc García, Toni López, Josep Serra, Marc Juan, Enric Miró, Eva, Marga Forn, Imma Cugat, Ruben Ventura, Melania Raccichini, Montserrat Prats, Mireia Ambròs, Olga Dolgova, Fernando Cruz, Heidy Baide, Pol Ezquerra, Daniel Moreno, Irene Lopez, Caritat Almazan, Montse Buisan, Mari Carme Sabater, Marc Figueras, Oscar Oliver, Gemma Artés, Isaac Hidalgo, Eira Melè, Alberto Moreno, Víktor Bautista, Martí Lucas, Lluisa Diaz, Dimas Alcalde, Jordi Serra, Oriol Bartumeu, Maria Perez, Marisol López, Marina Amores, David Xicota, Guillem Serra, Dani Cánovas, Fredi- Frederic Gil, Víctor Vieyra, Pau Tarés, Pauli Soler, Roger Olivella, Marc Angrill, Joan Serra.